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Quando Dario erapiccolino (come se ora fosse grande), all’asilo e alla scuola materna la festadel papà o della mamma era un momento speciale perché, potevi star certa che,quando andavi a riprenderlo, aveva un disegno, un lavoretto, una poesia, in tuttii casi una sorpresa per noi. Era emozionante vedere gli occhi lucidi del papàche leggeva la poesia o che guardava quelle macchie di colore astratte dove invecelui diceva di aver fatto il suo ritratto. Ricordo un anno una sorta di carta d’identitàdel papà speciale con pregi e difetti scritti dalla maestra e usciti dallaingenuità del pupo: da ridere e da vergognarsi insieme per la troppa veritàuscita da quella sua santa boccuccia.
Quando era il turno della poesia, la partepiù piacevole era farlo stare in piedi sulla sedia davanti ai parenti adeclamare, tutto d’un fiato (prima di dimenticarne dei pezzi), le poche righeimparate a scuola e riscuotere l’applauso di tutti.
Un anno davanti aduna discreta platea di parenti recitò con enfasi una lunga poesia e riuscì astrappare lacrima e applausi lunghissimi. La cuginetta di un anno più piccola,in un moto di gelosia e sana competizione, pretese il suo quarto d’ora dicelebrità e montò sulla sedia per recitare, non si sapeva bene cosa visto chenella sua scuola non usava far imparare poesie. Dopo un lunghissimo minuto disilenzio, pronti ad applaudire qualsiasi strofa la sua mente fantasiosa potessepartorire, lei se ne uscì con “L’Eterno riposo dona a loro oSignore…..” ci sganasciammo dalle risate, anche ora se ci ripenso rido da solacome una scema… d’altronde le suore della sua scuola non le facevano imparare lepoesie ma le preghiere sì e lei aveva scelto proprio quella.
Sono momentitalmente intensi e belli che mi dispiace, ora che il pargolo è alle elementari,che si sia persa questa sana abitudine. Il papà ha tutti i suoi regalini inufficio dalla prima manina di 1enne impressa nel biglietto di auguri, all’Oscar di migliorpapà che ha voluto comprargli l’anno scorso. Quest’anno ha scritto unaletterina e ci sarà da divertirsi a vedere papi piangere di commozione e felicità.
Non mi piacciono lefeste comandate, chi mi conosce lo sa che proprio non le sopporto ma, questafesta come quella della mamma e quella più recente dei nonni, le sento tanto,merito del mio papà e della mia mamma che oggi sono nonni straordinari.
Un augurio a tutti ipapà che sono, che lo sono stati, che lo saranno e che avrebbero voluto esserema, soprattutto ad uno….al mio.
Mi sono innamoratadi questa ricetta appena l’ho vista, sarà che ho un debole per tutto quello cheè catalano compresa la Mai che è una di quelle persone che vorrei stesse piùvicino a me per poterla frequentare. Sono frittelle catalane appunto, che si fanno per la festa del papà e hanno questonome bellissimo perché dentro sono vuote, hanno una consistenza impalpabilecome il vento. Si chiamano anche caragirarts perché si girano da sole incottura….. e ti fanno impazzire.
La ricetta è di Mai e proviene dal tema del mese di un MTC dello scorso anno.
Per una quarantina di bunyols:
Latte intero 125 ml
Farina (setacciata)75 g
Burro 60 g
Uova biologiche 3
Sale un pizzico
Zucchero 1 cucchiaio scarso
Scorza grattugiata di 1/2 limone biologico
Scorza grattugiata di 1/2 limone biologico
Olio di oliva q.b. per friggere
Zucchero a velo a piacere
In un pentolino versare il latte, ilburro, lo zucchero e il sale e portare al punto di ebollizione. Versare lafarina e cominciare a mescolare senza smettere, per un paio di minuti finché l’impastosi stacca dai bordi. A questo punto togliere dal fuoco e aggiungere un uovo minimamentesbattuto e amalgamarlo all’impasto. Inizialmente la pasta si divide mamescolando con tenacia l’uovo verrà assorbito. Incorporare in questo modo ilsecondo uovo e poi il terzo, sempre aspettando di amalgamare bene l’uno primadi versare l’altro. Unire la scorza di limone grattugiata e mescolare.
A parte, mettere un altro pentolinocon dell’olio sul fuoco e quando questo è ben caldo, attenzione a non farlofumare, versare delle piccole palline d’impasto aiutandovi con due cucchiaini.
Per il resto si fanno da soli lepalline si gireranno da sole, in modo di cuocersi da ambo i lati, consigliocomunque di prendere una paletta per aiutarli a girarsi.
Una volta fritti trasferirli su dellacarta assorbente e spolverare con dello zucchero a velo quando sono ancoracaldi in modo che ne assorbano di più.
8 commenti
Anche se oggi è la festa del papà, io l'abbraccio lo mando dritto dritto al tuo bimbino d'oro!
Un bacione!
Grazie Ilaria, è tanto dolce e in queste occasioni si dimostra un tenerone.
Devo essere buonissime!!!
Si Sabrina e poi sono delicate e soffici, per niente unte o pesanti. Da rifare all'istante.
Dalla foto sembrano davvero sofficissime. Penso che nessun papà saprebbe resistere di fronte ad una dedica così dolce!
Figurati, il mio è golosissimo e Michele adora le frittelle perciò non c'è storia. Grazie mille. a presto.
Povera piccina 🙂 Mi ha fatto sorridere questa piccina che recita L'Eterno Riposo. I bambini sono meravigliosi proprio per la loro ingenuità 🙂
E questi bunuelos sono favolosi e golosi 🙂
leggendo immaginavo Dario recitare la poesia… e la parte dei pregi e difetti, chissà che risate davvero! Vostro figlio è troppo forte 🙂 Ma l'idea de L'eterno riposo, diciamocelo, merita anche quella 😀 😀
Mi ispirano tanto questi bunyols, chissà che riesca a prepararli presto…
Un abbraccio e buon weekend :*