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Vorrei conoscere ogni posto del mondo. Non esiste Paese cheio non vorrei visitare, se mi dicessero domani si parte per Rowananta (nonesiste) io sarei già pronta per fare le valigie. Non è che io non abbia unawish list di luoghi da vedere, tutt’altro, ma tutto ciò che è diverso da me,dal mio mondo e dalla mia cultura mi appassiona. Sarà per questo motivo cheogni volta che ritorno da un viaggio, piccolo o grande che sia stato, riportocon me un po’ di tradizioni, di cultura, di cibo e di lingua che miarricchiscono e mi aprono la mente.
Mi piace vedere, curiosare, parlare con lagente, capire, odorare tutto ciò che non appartiene alla quotidianità. Mi piaceviaggiare organizzata quel poco per non finire a bussare a casa di sconosciuti per avere un tetto sulla testa,per il resto, guida alla mano e orecchie tese, si naviga a vista. E’ per questoche rifuggo viaggi organizzati nei quali manco ti accorgi in quale Paese sei ola crociera dove si mangia, si va in palestra e si è troppo stanchi per leescursioni. Niente in contrario verso chi adora invece questo tipo di vacanzarilassante, ma io non posso pensare di non aver visto tutto ciò che erapossibile vedere di un luogo. Penserei di essermi persa qualche cosa.
Dall’ultimo viaggetto è passato già qualche tempo, perciò inmomenti grigi come questo mi piace ritrovare quella sensazione di calma,serenità e benessere che avevo girando l’isola di Cefalonia. Posso guardare lefoto, è vero, ma non c’è niente di più forte di un profumo che risvegliamagicamente tutti gli altri sensi e stimola la memoria. Ecco come è nata lavoglia di una ricetta che odorasse di Grecia.
Il libro di ricette che hocomprato là non mi è bastato e di recente ho acquistato la bibbia della cucinagreca (così c’è scritto in copertina), La cucina di Vefa di Vefa Alexiadou. Un libro stupendo contantissime ricette, spiegate in modo puntuale, senza lasciare nulla al caso,con fotografie accattivanti e una copertina che ricorda la bandiera greca…..chedire è bello da tenere in mano e sfogliare, basta ricordarsi di chiudere labocca ogni tanto perché rimane aperta, eccome…
Ho seguito la ricetta alla lettera salvo utilizzare olio evo al posto di quello vegetale per friggere, aceto bianco invece diquello rosso e naturalmente la farina di riso per rendere la ricetta glutenfree
Triglie piccole pulite e squamate 1,5 kg
Farina di riso 2 cucchiai
Olio extravergine di oliva per friggere + 750 ml per lamarinata
Succo di pomodoro 250 ml
Aceto di vino bianco 250 ml
Spicchi d’aglio 15
Rosmarino essiccato 1 cucchiaino + rosmarino fresco unrametto
Sale e pepe
Lavare bene le triglie, eviscerate e squamate e asciugarlecon carta assorbente. Salare e pepare. Mettere la farina di riso in unsacchetto di plastica e aggiungere le triglie, scuotendo il sacchettoinfarinare bene le triglie quindi passarle al setaccio per eliminare la farinain eccesso. Scaldare l’olio e friggere le triglie 5 minuti per lato poi scolaree lasciar raffreddare. Versare il succo di pomodoro, l’olio e l’aceto in unacasseruola poi aggiungere l’aglio e il rosmarino essiccato e fresco e farbollire per 10-15 minuti finchè l’aglio non si è ammorbidito. Mettere un po’ dimarinata calda sul fondo di una pentola di terracotta poi sistemare uno stratodi triglie, poi ancora marinata e ancora uno strato. Così fino a terminare letriglie. Lasciare marinare la preparazione in frigorifero per almeno 3-4giorni. Conservato coperto d’olio e in un luogo fresco si mantiene per moltigiorni…sempre che non li finiate prima.
Con questa ricetta partecipo a 100% Gluten (fri)Day
13 commenti
Ecco un'altro libro che si unisce alla mia infinita WishList, mannaggia ma quanti sono i bei libri da avere? Io viaggio poco ma se viaggiassi mi piacerebbe farlo proprio come te, minima organizzazione e navigazione a vista, perdersi nei luoghi che visiti è magico. Magico anche il profumo di questo piatto, mi sembra di sentirlo fino a qui
… e hai trasportato magicamente anche me in quella terra che ho visitato un ventennio fa e che mi è rimasta nel cuore per i colori, gli odori e i sapori!
Le modifiche le vedo comunque bene, soprattutto quella che rende la ricetta gluten free… ci vuole così poco!
Grazie mille per averci pensato! <3
Condivido ogni singola parola di questo post! 🙂
Il piatto è delizioso, esalta un pesce che uso poco ma che mi piace molto! Un bacio buon sabato
devono essere di una bontà fuori dall'uguale. sapore di pesce e sapore di mediterraneo. una meraviglia. sulle foto non dico nulla perché parlano da sé, anzi, si muovono come quelle dei maghi di harry potter.
se si muovessero a tal punto da far materializzare una triglia proprio qui… è pure l'ora giusta!
grazie di aver partecipato…
intanto io ci provo…
accio triglia 🙂
Ciao, che bello il tuo blog e quante cosine tutte da "copiare" 🙂 Mi sono unita ai tuoi sostenitori, se ti va fallo anche tu. Grazie. Francesca.
questa marinatura mi ricorda proprio una salsina che faceva sempre la mia nonna col baccalà..squisita!
Quanto ai viaggi…condivido il tuo modo di viverli…quando rientro, avrei bisogno di andare in ferie x riposarmi dalla vacanza….scarpinate a non finire x vedere tutto il "visibile" 😉
Questo post avrei potuto scriverlo io. (Forse avrei scritto "Towandaaaa al posto del tuo stato 😉
Viaggiare ti fa sentire viva e se potessi, ogni we andrei via! E presto arriverà quello nostro!!
Che piattino delizioso che subito ricorda il sapore del mare e dell'estate. Io il pesce così lo mangio spesso, soprattutto i sabato. Magari sabato prossimo replico questa ricetta 🙂
Quand è quindi che si parte per Rowananda?! Io ci sono: mettimi in lista, please, pure se non esiste!
Sai come la penso sui viaggi e sul fatto di vedere ogni, ma proprio ogni cosa di un luogo nuovo senza tralasciare nulla.
Le triglie così conciate mi piacciono un sacco e pure quel libro di cui parli deve essere bellissimo!
Mille baciuzzi Annarita bella
(Ma quelle tavole azzurre su cui hai posato il piatto quanto sono belle?! Per non parlare delle ciotoline colorate…)
Luna le tavole sono semplici tavole comprate al Brico e dipinte da me e Dario (con danni incalcolabili a vestiti e tavolo) bianche da un lato e azzurre dall'altro. Un bacione bella.
è una vita che non le mangio, devono essere molto appetitose, o meglio, le foto dicono proprio questo!! Un abbraccio SILVIA
Hai ragione, viaggiare è meraviglioso… conoscere nuove culture, nuovi stili di vita, nuovi climi e paesaggi sconfinati… anche io amo esplorare il mondo e di solito, se riesco, acquisto un libro di cucina locale per arricchire la mia libreria.
Anche queste triglie, nella loro semplicità, sembrano davvero particolari, da provare.
A presto!
guarda che è una bibbia per davvero!! è un libro meraviglioso e anche meravigliosamente pesante…. : )) ma io attingo ricette da lì come fosse davvero la Bibbia.
tu al solito hai preso il meglio.
bacio!!!
sono d'accordissimo con te, io anche non sopporto i viaggi organizzati proprio perchè potresti essere in madagascar così coem ad ostia! Ma i ricordi di viaggi belli invece non ci lasciano mai. e nemmeno i cibi che li hanno accompagnati. Meravigliosa ricetta