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Dove eravamorimasti? Ah sì, nel castello delle fiabe, la Fortezza della Verrucole, qui sottovista da Vibbiana.
Il sabato ilcalendario era fitto e, se il tour nella Fortezza ci ha trasportato nelpassato, la Banca del Germoplasma a Camporgiano ci ha trascinato nel sogno oalmeno per me è stato così. Conoscevo l’attività della Banca del Germoplasmatanto che avrei voluto offrirmi come coltivatore custode ma, vivendo in Versilia,era una contraddizioni in termini. Mi spiego meglio, la Banca è nata per conservarele risorse genetiche autoctone vegetali di interesse agrario e forestale, sottoforma di semi o piante, allo scopo di garantirne la tutela. Una vera e propriabanca che custodisce semi di cultivar autoctone.
Tutto è iniziato dall’esigenza ditutela di specie vegetali che andavano sparendo, che venivano coltivate solo daalcuni contadini e i cui semi venivano scambiati in occasione del mercatosettimanale di Castelnuovo. Con la vecchiaia molti abbandonavano il campo e diconseguenza i semi di particolari varietà che coltivavano da anni. L’idea èstata quella di raccogliere questi semi, caratterizzarli e conservarli. SandroPieroni dell’Unione dei Comuni della Garfagnana ci racconta di come lanciandoil progetto nelle scuole siano stati letteralmente sepolti di semi, dei qualiperò, dovevano caratterizzare il genoma perché il cavolo di trassilico potevaessere lo stesso del cavolo “bruno” (nome di fantasia), ecco che la collaborazione con l’Universitàdi Pisa ha fatto il resto.
Attualmente la Banca si trova al “Centro La Piana” diCamporgiano, dove vengono piantati i semi per rifarne di nuovi. Viti, infinitevarietà di piante da frutto e piante orticole che fanno bella mostra di sé inun’area che era vivaio forestale. Mele casciane, mele lucchesi rosse e dolci,pere figura, cavoli di trassilico, mais del palazzo a me sono sembrate pura poesia,la sola idea di preservare l’identità di un territorio attraverso antichevarietà di piante è poesia. La bravura della Dott.ssa Fiorani ci ha condottoattraverso le specificità delle piante, apprezzandone soprattutto la genuinità.Non saremmo più venuti via tanta era l’attenzione alle parole di Sandro eFabiana, ci ha convinto Antonella solo perché andavamo a trovare un coltivatorecustode e potevamo ancora godere della vista di varietà di mele meravigliose, tranneil melo morto che, senza dire nulla la Dott. Fiorani ha fatto piantare a suomarito e ancora non la perdona perché fa delle mele piccolissime e praticamenteimmangiabili.
L’altro motivo chepoteva spingerci a lasciare quei luoghi era la fame così ci siamo diretti aGiuncugnano, all’azienda agricola “Il Grillo” dove ad aspettarci, oltre a unpranzo gustoso e raffinato, c’erano tanti prodotti che l’azienda produce. Antipasti conil farro (torta salata di farro, farro in insalata e arancine di farro), unapasta fatta in casa con farina di grano saraceno e ragù di salsiccia e unasorta di pastiera realizzata con il farro e accompagnata da una marmellatadella casa ai lamponi.
Il pomeriggio ètrascorso nel Birrificio La Petrognola dove il sogno di Roberto Giannarelli siè concretizzato. Tutto cominciò nel 2002 quando nella cantina sotto casa decisedi mettere in pratica una sua grande passione , utilizzando una materia primanuova nel campo delle birre, il farro. Le prime birre furono un regalo per lafamiglia e gli amici ma piacquero talmente tanto che solo 3 anni dopo Giannarelli decise difare un piccolo investimento e ingrandirsi. Il mercato gli ha dato l’opportunitàdi farsi conoscere e apprezzare e oggi lo splendido e modernissimo birrificionel quale siamo stati è il segno tangibile che i sogni possono diventarerealtà.
Un’ultima visita nel caseificio Marovelli, tra assaggi di yogurt eformaggi e la splendida vista che da Vibbiana si ha della Fortezza delleVerrucole, un passaggio al mercato contadino di Castelnuovo dove i produttorilocali vendono ortaggi, frutta e altri prodotti coltivati e lavorati e pure ungiretto per il paese e la seconda giornata di blogtour può dirsi conclusa. Chedico, potevamo non finire la giornata con una cena realizzata per noi dalristorante la Lanterna?
La seconda giornatadel blogtour è finita, ci ha lasciato stanchi, satolli ma soddisfatti per tuttociò che si è visto.
La ricetta non èproprio garfagnina tipica ma, è la ricetta delle polpette di mia mamma perciò,garfagnina ad honorem. Quel tipo di piatto che mette tutti d’accordo,soprattutto i nipoti che davanti alle polpette della nonna si arrendono felici.Per Jacopo, mio nipote, c’è stato perfino uno vero scontro stile guerra fredda combattuta a colpi polpette: polpette della nonna Vs polpette della Sonia, la cuoca dell’asilo…..quale delle due più buone? titubante perun po’, alla fine ha premiato la nonna e meno male.
per 4 persone
carne macinata di manzo 500g
pane raffermo (solo lamollica)100 g circa
parmigiano 70 g
uova 2
latte q.b.
polpa di pomodoro 250 g
una manciata di olivenere toscane
spicchio d’aglio 1
olio evo
sale
pepe
Mettere il pane a bagnonel latte tiepido: ne servirà circa una tazza.
Nel frattempo, in unaciotola, mescolare la carne macinata con le uova, il parmigiano, il sale e ilpepe. Unire anche il pane ammollato e ben strizzato. Utilizzare una forchettae, se necessario, mescolare bene con le mani.
Fare, sempre con le mani,delle polpette della grandezza di una noce fino a terminare tutto l’impasto.Scaldare l’olio in una casseruola capiente con l’aglio intero schiacciato, cheandrà poi rimosso.
Unire le polpette una aduna, avendo cura di non romperle. Salare e far rosolare bene le polpette datutte le parti. Unire la polpa di pomodoro e far cuocere per circa 30 minuti,mescolando ogni tanto. Negli ultimi 10 minuti aggiungere le olive.
Regolare di sale e pepe.Servire calde.
2 commenti
sono rimasta estasiata da tutte quelle buone pietanze ,
e per finire le polpette che piacciono sempre a tutti complimenti per il bellissimo post
Non so da dove cominciare , talmente sono belle tutte le cose che racconti in qiesto post, le foto che lo accompagnano, gli argomenti che tratti! Ecco si, forse parto proprio dalle foto: la prima di quella polpetta in primo piano mi ha letteralmente stregata: ma quanto sei brava a fotografare? Si beh oltre che a cucinare naturalmente. Comunque sia: fantastico tutto! E io ti mando tanti baci. Buona giornata, buon weekend carissima mia.