La Mandolata di Santa Lucia

by Annarita Rossi


Da quando Eleonora e Michel hanno scelto il miele come ingrediente per lasfida mensile dell’MTC, mi sono venute in mente tantissime ricette da fare. Io amo il miele, non solo per il gusto e le varietà pressoché infinite,le proprietà o per la duttilità in cucina ma, soprattutto, perché sonoaffascinata dalla sua produzione e dal mondo delle api. La naturalista che è inme si risveglia ogni volta che vede un vasetto dorato, penso alla bellezza ealla perfezione di questi insetti sociali che nascono con un compito benpreciso e agiscono per il bene di tutta la comunità. Mi piace osservarle innatura, vedere come si muovono all’interno dei fiori quasi a richiamare unadanza. Mi è capitato di osservare il volo dell’ape regina verso un nuovoalveare e il corteo delle operaie che la seguono come uno spettacoloinaspettato e meraviglioso. 

Se con il pesce ho azzardato, con questa ricettavolevo attingere alla tradizione.


Il 13 dicembre a Castelnuovo di Garfagnana, nel caratteristico rione di Santa Lucia, dasempre si festeggia la santa vergine siracusana con la Messa nella chiesa a leidedicata e si produce la tipica mandolata: un dolce simile al croccante, ma guaia chiamarlo così, fatto con miele di castagno o millefiori e noci. Laparticolarità di questo dolce sta nella lavorazione del miele che viene primabollito poi versato su lastre di marmo unte d’olio e lavorato ancora bollente, con le mani, tirato a fargli prendere aria fino a che da molto scuro diventa colororo. Si aggiungono le noci scaldate, si distribuisce su dei fogli di ostie e sitaglia.

La storia della mandolata è avvolta nel mistero: non ci sono notizie negliarchivi comunali e sul giornale “La Garfagnana”, dalla fine del 1800, ogni anno sifa riferimento alla festa di Santa Lucia come a una tradizionale fiera dei maiali.  La mandolata viene menzionata solo nel 1965ricordando il “profumato dolce a dose di miele mandorle e noci”, il resto ètradizione orale che comunque la fa risalire a molto prima. Pare che in originefosse fatta dai frati nei conventi e poi che la tradizione sia stata ripresadai fedeli, variando la ricetta da mandorle e noci alle sole noci che si trovanoin abbondanza in Garfagnana a discapito delle mandorle. Un’ipotesi è che ifrati l’avessero ripresa da altre zone ma l’archivio del convento deiCappuccini a Castelnuovo che poteva forse dare delle risposte, è stato dismesso.

Foto di Turismo Garfagnana

A Siracusa per Santa Lucia si prepara la tradizionale cuccìa, dolce a base di grano bollito e ricotta di pecora guarnito con cannella e pezzetti dicioccolato.

In Veneto invece usanza vuoleche in questo giorno la santa imponga ai fidanzati di acquistareabbondanza di mandorlato, un croccante di mandorle alle varie fiere dedicatealla santa, da donare alle fidanzate. Forse la ricetta è stata ripresa e poi variata da questa ma qui si entra nel campo delle supposizioni.

Nel Rione di Santa Lucia a Castelnuovo erano, a memoria d’uomo, il “Fico”, figlio dell’Erminia a fare la mandolata per i frati e i preti e la Gelsominache invece lo vendeva ai fedeli con il suo carrettino. La tradizione è andata avantiper anni fino a che alla fine degli anni ’60 si è persa. Alcuni anni dopoFlavio, Marco, Aldo e Eliano hanno riprovato a fare quel dolce semplice ma allostesso tempo meraviglioso che aveva caratterizzato la loro infanzia e era benimpresso nella loro memoria. Dopo vari tentativi falliti, è da allora che questi 4 paladinitengono in vita la tradizione della mandolata, impegnandosi ogni anno areplicare il miracolo del miele che fila, talmente coinvolti e appassionati darifarla oggi per me e con me in occasione della sfida dell’MTC. Un graziespeciale a loro per la gentilezza e la disponibilità dimostrata.


Flavio mi ha raccontato di come i primi anni passassero le notti arompere le noci che mica si trovavano già belle e pronte come oggi e se titoccava l’annata di quelle piccoline ci potevi fare le 4 tutte le notti. Laproduzione non è mai la stessa e neanche la riuscita perché dipende dal miele eil miele dal lavoro delle api e il lavoro delle api dal clima.

Spero che la tradizione della mandolata possa tramandarsi alle giovanigenerazioni affinché non si perda ma, al contrario, si possa recuperare evalorizzare. Intanto godetevi il film:


Miele di castagno o millefiori400 g 
Zucchero 1 cucchiaio 
Gherigli di noci 100 g 
Ostie 2
Olio d’oliva o di semi per ungere
In una casseruola versare il miele e lo zucchero, ben amalgamati. Cuocerea fuoco basso per più di un’ora, mescolando spesso. Il miele da doratodiventerà molto scuro e l’odore pungente.
Prendere un cucchiaio di miele bollitoe versarlo in un bicchiere d’acqua fredda; solo se si solidifica in fretta èpronto per essere lavorato.
Su una piastra di marmo, precedentementeunta d’ olio,versare il miele; dopo qualche minuto si formerà una pellicola e raccogliendolosi potrà iniziare a lavorarlo con le mani. Attenzione alla temperatura perché potrestescottarvi. A questo punto il miele va tirato e tirato fino a che il coloreritorna ambrato. Passare i gherigli nel forno bencaldo, facendo attenzione a non farli tostare.
Unire il miele ai gherigli caldi,mescolandoli fino ad inglobarli tutti. Suddividere l’impasto così formato inpalline da stendere sui fogli d’ostia. Una volta terminato il foglio ricoprirecon un altro foglio a chiudere e passare il matterello per uniformare lospessore di circa mezzo cm. Tagliare in piccoli rettangoli.

Se avanza meglio conservarlo in sacchetti nelcongelatore altrimenti il miele si scioglie.

Con questa ricetta partecipo alla sfida MTC n. 54 del mese di febbraio 2016
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14 commenti

Cristina Galliti Febbraio 23, 2016 - 7:51 pm

Caspita che lavoro! Che bel post e che storia! Grazie per questa interessantissima condivisione!

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flavia galasso Febbraio 23, 2016 - 9:02 pm

Ma che bella sta ricetta…OMG ..Annarita mi piace troppo ma troppo troppo

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gaia Febbraio 23, 2016 - 10:30 pm

bellissimo post Annarita, per una splendida ricetta di quelle di una volta che si amano anche solo per la fatica che costano.
e poi mi piace la storia, il Fico e la Gelsomina, poi sembra che si perda la memoria, poi Flavio, Marco, Aldo e Eliano eroici che ritrovano il bandolo della matassa, sembra proprio il caso di dirlo, di questa prepaprazione.
grazie per averla condivisa con noi!

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Annarita Rossi Marzo 1, 2016 - 9:30 am

E' una storia d'altri tempi e i 4 paladini sono persone speciali che mi hanno aperto le porte di casa e hanno rifatto la mandorlata solo per me/voi. Grazie.

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ilaria lotti Febbraio 24, 2016 - 8:48 am

meritevole la volontà di tramandare questa bellissima ricetta della tradizione! Brava te, ma bravi anche loro 🙂

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Alice - Panelibrienuvole Febbraio 25, 2016 - 2:16 am

Ma che meraviglia Annarita! commovente la storia del recupero di questa lavorazione e il video è splendido. Vedere quella massa scura che si fa a poco a poco color bronzo, metallica, lucida, e poi oro, come la chioma di una principessa. La lavorazione ritmica, quasi ipnotica di quelle mani esperte…bellissimo davvero. Se vi fosse una giuria popolare all'MTC, voterei per te!!
Un abbraccio e grazie.

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Annarita Rossi Marzo 1, 2016 - 9:31 am

Il miele che si tira e si tira e diventa color oro è stupendo, me ne sono innamorata subito. Quando ci vediamo?

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Eleonora Colagrosso Febbraio 25, 2016 - 3:15 am

Che post meraviglioso, Annarita, che ci fa scoprire tradizioni a noi completamente sconosciute.
E grazie anche per il video che ci ha lasciati completamente meravigliati. Questa ricetta è preziosa in tutti i sensi, per il valore della tradizione, per questa tecnica meravigliosa con cui è fatta, per la storia di essere stata tramandata oralmente da tempi antichi.
Un lavoro meraviglioso.
Grazie infinite di questo splenddo regalo.
Eleonora e Michael

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Annarita Rossi Marzo 1, 2016 - 9:32 am

Grazie a voi che in qualche modo me lo avete permesso dandomi lo spunto giusto.

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Trita Biscotti Febbraio 27, 2016 - 7:25 am

Castelnuovo Garfagnana…. Lo amo!
Mi sono innamorata di questo paesino durante una vacanza, ci tornerei subito!
Non conoscevo questa tradizione e mi sono persa l'occasione di assaggiarlo, quando sono andata..
Devo recuperare tornando… o facendo la tua ricetta!

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Annarita Rossi Marzo 1, 2016 - 9:32 am

Torna torna che ti aspetto.

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Patrizia Malomo Marzo 1, 2016 - 7:16 am

Cara Annarita, questo blog è sempre più uno straordinario contenitore di storie che non devi smettere di raccontare. Bello tutto, dalle immagini alla ricetta, per non dire della storia di questo dolce magnifico. BRava brava brava. Pat

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Annarita Rossi Marzo 1, 2016 - 9:33 am

Il prossimo blogtour andiamo tutti nella cantina di Eliano…promesso

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Alessandra Gennaro Marzo 3, 2016 - 12:15 am

in piedi sulla Breuer.
Alle 7 del mattino.
E se non urlo, è solo per rispetto alla Baker che dorme di là.
Ma se solo potessi… arriverebbe fin lì, guarda, il mio grido di giubilo.
Poi mi arresterebbero per schiamazzi,, sia chiaro. Ma se mi assicuri una fornitura di 'sta roba, renderebbe più dolci anche le frustate 🙂
tecnica stellare

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